1994/2022 Ventotto anni con e per i bambini - i principi del mio metodo educativo
 

Così come Marinetti lanciava nel 1910 il suo Manifesto Futurista contro i dogmi, gli schemi e la staticità della classe borghese, così io scrivo di seguito i principi del mio metodo educativo da 0 a 6 anni, in nome della libertà, del rispetto e della educazione del bambino

 

 I principi del mio metodo educativo

da 0 a 6 anni

 

 

 

  • Un bambino è una persona, piccola ma pur sempre una persona. Se si parte da questo presupposto di uguaglianza si può andare lontano
  • I primi mille giorni di un bambino sono le fondamenta della casa che si porterà appresso per tutta la vita
  • Prima e sempre c’è il benessere del bambino
  • I suoi ritmi diventeranno i ritmi dell’adulto e non al contrario. Come un seme ha bisogno di tempo per germogliare e crescere, così un bambino ha bisogno di tempi lenti, la cui accelerazione non provoca una crescita armonica e serena
  • Favorire l’autonomia del bambino nella cura del corpo e del suo ambiente, significa rendere un bambino gratificato oggi  e un adulto indipendente domani
  • Stare con un bambino è: buttare all’aria il programma che stavi preparando da due giorni per scoprire che ciò che lui ha pensato ti porterà più lontano
  • Stare con un bambino è: ascoltarlo perché poi lui ti ascolterà, rispettarlo perché lui ti rispetterà
  • Evitare le classificazioni sessiste, stimolare i bambini e le bambine a giocare insieme, a ribaltare i ruoli, in questo modo i loro orizzonti si apriranno e ognuno darà all’altro qualcosa di sé, costruendo cittadini liberi da inutili schemi
  • L’adulto insegnerà ad osservare la strada che porta verso la scuola per notare anche piccoli cambiamenti (un oggetto per la strada, un fiore che ieri non c’era...)
  • Uno scatolone abbastanza grande perché lui possa entrarci dentro e trasformarlo in ciò che vuole, è uno dei regali più intelligenti che un adulto possa fare
  • Stare con un bambino è: insegnare la regola e osservarla tu per primo
  • Evitare di interrompere con parole o gesti un bambino che sta giocando, osservarlo e aspettare che sia lui a decidere quando smettere
  • Insegnargli a colorare con tutto, anche con una forchetta
  • Ricordare che il suo compleanno non è tutti i giorni, rientrare ogni sera con un regalo per compensare mancanza di attenzioni, è quanto di peggio si possa fare per il suo equilibrio
  • Stare con un bambino è concludere la giornata leggendo una storia insieme, perché quella storia sarà un tassello nella sua e nella vostra memoria
  • Stare con un bambino è non dire mai “non si tocca” se non esiste un reale pericolo oggettivo
  • Stare con un bambino è dire “Tocca!” quanto più spesso possibile
  • Stare con un bambino è comprargli un paio di stivali di gomma per farlo saltare nelle pozzanghere, per lui un giorno di pioggia è molto più stimolante di un giorno di sole. La pioggia si può: osservare, annusare, toccare, assaggiare, ascoltare. Il sole no.
  • Stare con un bambino è comprare meno possibile giochi strutturati, meglio mettergli a disposizione i materiali e lasciare che si costruisca da solo ciò che ha in mente
  • Valorizzare i suoi lavori, guardarli prima di esclamare “bello!”
  • Chiedere sempre alle maestre “ e oggi cosa ha creato?”, piuttosto che “ cosa ha mangiato?”
  • Non mentire facendo promesse che si sa di non poter mantenere
  • Evitare a scuola i “lavoretti” in serie per le feste comandate, meglio donare venti lavori diversi, ma fatti dalle mani di ogni singolo bambino
  • Evitare le recite di fine anno e invitare periodicamente i genitori a lezioni aperte, dove adulti e bambini lavorano insieme, al fine di creare una rete di collaborazione che non sia chiusa tra le pareti di una scuola e i muri di una casa
  • Favorire l’incontro con la lingua inglese da subito, un bambino che sente le prime parole, storie, filastrocche in due lingue diverse, sarà un adulto linguisticamente libero di girare il mondo. Non importa cosa capisce, ma cosa sente. “The pen is on the table” non è mai servito a nessuno o no?
  • Vivere l’educazione scolastica in un’aula didattica senza porte, né pareti: il cortile, la strada, le case, le persone, i suoni, insegnano più di una stanza chiusa
  • Evitare di dare ai bambini disegni già stampati da colorare all’interno
  • Evitare i fogli A4 tutti uguali, meglio pezzi di foglio, fogli di spessore diverso..., insegnare che un foglio ha due facce, quando una è piena di colore, lo giro e lo uso dall’altra parte
  • Favorire la scrittura creativa, stimolare i bambini e scrivere nel loro codice personale prima che il codice convenzionale venga appreso; ciò significa lasciare una traccia unica e irripetibile del loro vissuto
  • Giocare con la frutta di plastica è avvilente e deludente, meglio gambi di insalata, gusci di noce, baccelli di piselli. A voi piace toccare una mela di plastica?
  • Educare i bambini al bello. Permettere loro di visitare teatri, musei per ammirare le opere di arte moderna e contemporanea e stimolarli ad esprimere le loro impressioni
  • Lasciare i bambini liberi di non fare niente. Un bambino che ha momenti per non fare niente, ha la possibilità di ascoltare il silenzio, osservare l’ambiente che lo circonda, le persone e apprendere imitando
  • Osservare il bambino mentre è al lavoro è una fonte inesauribile di scoperta per chi si occupa della sua educazione. I manuali del bravo genitore e del bravo educatore meglio lasciarli sugli scaffali: a stare con i bambini si impara stando con i bambini.

 

1994/2017 Ventitre anni con e per i bambini

 

 


NEWS - inserito il 20/03/2022 alle ore 07:39:00 - Segnala questo articolo ad un amico

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